Overblog
Editer la page Suivre ce blog Administration + Créer mon blog

OBER-NAV KAOS MUNDI 4° raid (la tetralogia del mare)

Publié par Judah Kanos

Ancora un guasto al motore ci impediva di riprendere il volo e dovemmo fermarci qualche giorno di più.
Io e Hakeya avevamo preso una stanza in una locanda per rilassarci un po' in città;, era il secondo giorno di troppo che eravamo costretti a rimanere fermi, io e Hakeya avevamo deciso di fare un pic-nic nel bosco non lontano dalla città.
Ci voleva un ora di cammino per arrivarci, pertimmo verso le 9 e un ora dopo eravamo arrivati, ci sedemmo su dei massi che stavano in una piccola radura nel bosco, cominciammo subito a stappare una birra e...fantasticammo sul gioco mortale che avevamo scoperto, ci interessava, volevamo sapere se veramente poteva ucciderci, e come avrebbe fatto, volevamo giocarci, decidemmo che saremmo tornati in quella strana città...per il gioco.
Fu proprio mentre discutevamo che Hakeya disse,
Non avremo problemi a tornarci, abbiamo abbastanza oro da comprarci tutta la città...
e fu proprio mentre diceva queste ultime parole che alzai il braccio puntando la mia calibro 38 che tenevo in mano e senza esitare sparai.
Hakeya resto`immobile qualche secondo, più bianca del solito...mi disse.
Bel colpo...un centro perfetto...,.
I pezzi del drone che avevo colpito volarono in aria e ricaddero a terra dietro le spalle di Hakeya
Ci hanno seguiti...e quel che è peggio ci hanno trovati, dissi
e Hakeya fece eco,
Torniamo al dirigibile, dobbiamo avvisare gli altri.

Una volta arrivati sul dirigibile vuotammo il sacco e quello che c' era nel sacco non ci piaceva...non ci piaceva per niente quindi...
Ci sedemmo tutti, tutti insieme ci sedemmo per discutere...e discutemmo, discutemmo a lungo...per fare il punto della situazione ed il punto della situazione era un punto interrogativo...ma noi discutemmo ancora fino a raddrizzare quella linea curva sul nostro punto
e a quel punto avevamo deciso, non avevamo scampo, dovevamo combattere per difendere il "Nostro" oro.

Per prima cosa bisognava lasciare il vecchio osso da morto e la mummia sua consorte in città, gli trovammo una buona locanda per alloggiarli, troppo vecchi per la pugna...e soprattutto il figlio.
Estira-Te era il suo nome, 20 anni più giovane della coppia di vecchi ossi fossilizzati.
Era stato concepito per mezzo di un avara selezione, esiliato da migliaia di spermatozoi come lui, era stato introdotto nella profondità estrema della cavità vaginale per permettergli di raggiungere l' ovulo e fecondarlo, una corsa senza rivali.
Una volta svolta la fase dell' ovulazione comincio`a diventare sempre più grosso...fino a dover essere costretto ad uscire dal ventre materno...e venne al mondo...,.niente avrebbe potuto evitarlo.

A 5 anni era in grado di leggere e scrivere...in bella calligrafia, a 12 anni prese la laurea in lettere... a 12 anni perchè una malattia gli fece ripetere un anno di liceo, a 15 prese la laurea in filosofia, dopo i suoi studi furono basati sull' astronomia, la fisica quantistica, matematica, biologia, chimica e medicina.
1,60 cm di altezza, 80 kg di peso scientifico, un viso tondo dal quale spiccavano 2 occhi verdi nettamente in contrasto con gli occhi marroni della coppia, nonostante la giovane età aveva una bella pelata, un tipo silenzioso...sempre intento a calcolare, a rovistare trà libri ed appunti...il combattimento non era il suo forte, meglio lasciarlo a sorvegliare i due vecchi dinosauri fossilizzati.

Noi invece prendemmo le armi che...non erano sufficienti per tutti quindi... dopo aver dato la precedenza a quelli che avevano esperienze militari e ai cacciatori per consegnare fucili mitraglie e pistole, tutti gli altri li dirigemmo a costruire delle trappole.

Studiammo bene la cartina che aveva comprato in città il veccio osso rinsecchito, e decidemmo di spostarci verso est, verso una foresta che era segnata sulla mappa, non sapevamo esattamente di cosa si trattasse ma era una zona nella quale potevamo affrontare il nemico.

Una volta messi al sicuro i vecchi coproliti con il figlio tornammo al dirigibile e senza attendere partimmo alla volta della foresta

Durante il viaggio i radar ci informarono della presenza di 6 droni...ci seguivano...bene...,.

Aspettavano la notte per attaccarci, volevano sorprenderci nel sonno,era chiaro, altrimenti ci avrebbero già attaccato...niente li avrebbe trattenuti.

Vedemmo la foresta da lontano, ci avvicinammo, una volta gettati gli ancoraggi scendemmo a terra e valutammo la zona.
Mentre gli altri scaricavano le armi e le attrezzature io entrai nella foresta

Entrai trà gli alberi,...percorrevo una griglia mentale, osservavo l' erba, i cespugli, gli alberi, le radici che si contorcevano fuori dalla terra, percorsi i passi, la griglia, poi ... tornai.
Portammo le 15 casse di tritolo rubate nella foresta ed organizzammo un campo minato, tagliammo degli alberi e dei cespugli per simulare un entrata nella foresta, per dare l' impressione che volevamo stabilirci tra la vegetazione, una trappola mortale.
Avevamo 7 casse di candelotti da 100gr e 8 casse di candelotti da 500gr, 20 metasse di cavo elettrico da 70 mt, 12 unità di contatto e detonatori in sovrabbondanza, bastava innescarli nei candelotti...
Il campo minato partiva dall' ingresso della foresta e si estendeva lungo al sentiero preparato per 150 mt, ci nascondemmo ai lati del campo minato ed aspettammo la notte...,.e loro arrivarono

Era un grande elicottero a quattro eliche che piombava dal cielo sopra di noi, l' adrenalina comincio`a scorrere nelle nostre vene e fece il suo effetto, acuiva i nostri sensi, la tensione, la precisione...mentre li vedevamo scendere e venire verso di noi...ed entrarono nella foresta in plotone...perfetto...,.

Erano un 100naio ed erano più che sufficienti ma...una volta entrati nella foresta, girammo le leve di contatto e i detonatori esplosero...insieme al tritolo.
La prima scarica fu all' ingresso...per spingerli più a fondo sul sentiero, quelli che stavano avanti tornarono indietyro per difendere i compagni da un attacco alle spalle, la seconda scarica fu davanti a loro per far indietreggiare quelli che erano rimasti in avanscoperta, la terza scarica fu al centro, dove tutti si erano radunati...solo una 20ntina di loro restavano...ci avrebbero pensato i fucili, le mitraglie e le pistole...non c' era problema, le trappole ci avrebbero aiutato...,.
Restava solo l' elicottero...
Stavo uscendo dalla foresta dal lato sinistro del sentiero che avevamo preparato per la trappola, proprio in quel momento Hakeya stava uscendo dalla parte destra, era davanti a me ma...lontana...troppo lontana per poterla difendere...da qualcosa che non puoi fermare, era a una 30ntina di metri davanti a me e...un proiettile che veniva dall' elicottero.

Ho visto il sangue uscire dal suo corpo...era come una nuvola che esce da un vaporizzatore, mi stava guardando...vedevo i suoi occhi rossi dietro al rosso del suo sangue, la nuvola rossa formata dalle particelle del suo sangue che riempiva l' aria, come se fosse scomposto elemento per elemento, globuli rossi, globuli bianchi, plasma, e tutto il resto insieme ai fili...del suo D.N.A.

Hakeya cadde a terra...e...io...volevo essere vicino a lei...per respirare quella nuvola di sangue...per averla ancora più dentro di me...fino ai polmoni...,.eravamo uniti nella vita...nella morte...e ancora...

Restai a guardare il suo corpo trafitto che stava steso per terra esangue e...
uno dei nostri correva verso di me, aveva qualcosa in mano...gridava...
Mehur...mehur...brah-maa setem fil-it kershà sedelem metrui sti tacme levav belem

diceva di aver preso un arma ai soldati nemici ma non sapeva cosa era...io si...,.
Un proiettile lo colpi alla testa, cadde a terra e io...andai dal suo corpo che non era più e presi il lanciarazzi e la borsa con 4 razzi che stava appesa alla sua spalla sinistra...non pensavo...avevo davanti agli occhi il corpo di Hakeia e il furore nell' anima.
Caricai il lanciarazzi, presi la mira e senza esitare un solo secondo sparai il razzo contro all' elicottero.
L' elicottero esplose...i pezzi volarono in aria e la carcassa in fiamme si schianto in terra...presi un altro razzo e lo inserii nel lanciarazzi e tirai ancora, altri pezzi della carcassa volarono alti nel cielo insieme al fuoco, la cenere, il boato dell' esplosione...presi un altro razzo e mirai ancora alla carcassa e in quel momento una mano, una mano bianca si poso sulla mia spalla e...la voce di Hakeya mi disse...
Smettila di sprecare colpi.....sono tutti morti

Come è bella Hakeya, la portammo subito al dirigibile e poi tornammo alla città, il figlio dei due ossi rinsecchiti aveva studiato medicina quindi...niente di meglio che fidarsi di lui...,.

Una volta arrivati in città mandai alcuni di noi a prelevare i vecchi ossi da morto e il loro figliolo, nel frattempo Hakeya stava sempre peggio...ci misero 3 quarti d' ore per arrivare ed...era il più presto possibile.
La portarono all' astanteria a bordo del dirigibile e si chiusero dentro...per 2 ore e mezza...poi uscirono...finalmente.
Il proiettile era semplicemente entrato ed era uscito dall' altra perte, nessun organo vitale era stato toccato, una trasfusione e qualche punto di sutura furono neccessari...e io...non ero stato capace a essere vicino a lei per proteggerla, poteva morire...ed io non ero con lei...,.

Restammo in città una settimana in attesa che Hakeya si rimettesse dal colpo, e dopo una settimana Hakeya scese dal dirigibile e venne diretta verso di me, mise il braccio sulle mie spalle per sorreggersi e...senza dire una parola ci incamminammo verso il centro della città, passammo la giornata a festeggiare la nostra vittoria.
Il giorno seguente partimmo di buonora, tornammo a sorvolare la foresta e quello che restava della carcassa dell' elicottero, ci mettemmo ore prima di lasciare la foresta dietro a noi, quando il sole cominciava a calare la foresta lascio`spazio ad una prateria attraversata da un largo fiume, ci fermammo su queste rive per riposare.
Al sorgere del sole eravamo pronti a partire, la prateria sotto di noi sembrava non avere fine, dopo ore di questo verde panorama arrivammo alla sabbia del deserto.
Le formazioni rocciose formate dall' erosione del vento erano simili ad alte torri...le conoscevamo bene...ci fecero sobbalzare il cuore...era davanti a noi, sempre più vicina.
Le alte mura della città degli Hinabitanti del Kaos erano davanti a noi...eravamo arrivati alla fine del viaggio.
Posammo gli ancoraggi vicino alla porta principale, una volta scesi la porta si spalanco`davanti a noi, l' intero popolo del Kaos era appeso ad una impalcatura eretta sulle mura, intorno alla porta, erano tutti li per darci il bentornato, insieme alle salve di cannone, eravamo a casa quasi tutti sani e salvi, scendemmo le scale che portavano alla città sotterranea, raggiungemmo la sala del tempio, e festeggiammo tutti insieme la fine della nostra avventura, alla fine dei festeggiamenti ci sedemmo tutti insieme per discutere...il nostro prossimo viaggio...su questa terra...la terra di OBER-NAV, il mondo di altrove.

Ringraziamenti

Voglio infine ringrazziare gli appartenenti alla setta degli Hinabitanti del Kaos, soprattutto Hakeya che a fatica ha accettato di partecipare a questo progetto, ringrazio anche tutti gli amici che mi hanno sostenuto durante la redazione del testo di questo racconto

Christof, Zoltan, Otila, Nono, Bic, Jam, Joseph, Aldo, Juba, Carol, Nat, Zuz, Claire.

un grazie in particolare a "Piccola mia" per avermi consigliato e per avermi tenuto per mano tutto il tempo anche se siamo distanti troppi Km, e grazie anche per l' amore che mi ha dato, anche se non ci siamo mai incontrati, voglio dire nella vita reale...come succede su Meetic...

OBER-NAV KAOS MUNDI 4° raid (la tetralogia del mare)